La storia per bambini: storia delle lettere di legno
Il racconto Storia delle lettere di legno è, fra le fiabe e storie per calmare i bambini, dedicato a tutti coloro che si chiedono a cosa servono le parole. Pensiamo ai piccoli, quando iniziano a parlare; ai bambini più grandi, quando cominciano a provare curiosità verso le parole scritte; a noi adulti, quando non sappiamo esprimere con chiarezza i nostri sentimenti e vorremmo comunicarli meglio. Quando noi leggiamo loro una fiaba, i bambini si fanno aiutare dall’intreccio, all’inizio confuso, poi sempre più consapevole, di storia e magia, realtà e finzione, nella loro mente. Prima e dopo il racconto, noi adulti possiamo insegnare loro a usare le parole nel modo giusto.
Racconto da leggere ai bambini: Storia delle lettere di legno e delle parole magiche
Per Natale, Viola ha ricevuto una scatola magica. E’ una scatola di giocattoli e, all’inizio, non sapeva che fosse magica. Ci sono anche delle lettere di legno, ma Viola non sa come usarle. Per la verità, Viola non sa proprio che cosa siano le lettere.
“Mamma, a che cosa servono le lettere?”
“Servono a comporre le parole. Le parole che pronunciamo e quelle che scriviamo”, risponde la mamma.
“Con le lettere possiamo scrivere?”, chiede Viola.
“Sì, possiamo scrivere quello che vuoi”, risponde la mamma.
Oggi è Viola è a casa, non va all’asilo. Le punge la gola, non riesce a mangiare e non riesce neppure a bere. Mamma la consola ed è questo punto che le viene un’idea. Prende le lettere di legno, le mette una vicino all’altra e scrive:
BRUTTO MAL DI GOLA
“Vedi Viola, ho scritto BRUTTO. Poi ho scritto MAL. Ho scritto DI. Ho scritto GOLA. Brutto mal di gola.
“Mamma, scrivi “vai via mal di gola”!”.
“Va bene”, dice la mamma. Prende altre letterine e scrive:
“VAI VIA MAL DI GOLA”.
La bambina oggi è proprio molto malata. Ha la febbre e anche un po’ di otite.
“Mamma, mi fanno male le orecchie!”, piange la bambina.
“Scriviamolo”!, dice la mamma. Con altre lettere di legno scrive:
BRUTTO MAL DI ORECCHIE.
“Mamma, non mi è passato ancora”, dice la bimba.
“Possiamo lasciare le parole che hai scritto? Mi passerà, se lasciamo le scritte? “
“Ti passerà perché ti ho dato la medicina”, risponde la mamma.
“Noi, però, lasciamo lo stesso le nostre paroline. Le toglieremo quando sarai guarita”.
Passa un giorno, un altro giorno e un altro giorno ancora. Le lettere di legno e le parole magiche restano sul tavolo della cameretta, perché Viola ha ancora febbre, mal di gola e mal di orecchie.
Il quarto giorno, però, Viola guarisce.
Mamma ha promesso che quando starà bene potrà invitare la sua amica Betty, per giocare con la stanza delle bambole e la scatola dei giocattoli.
“Mamma, sono guarita ora. Che cosa facciamo con le parole magiche?”
“Tu che cosa vuoi fare? Rimettiamo a posto le lettere?”
“Mamma, posso scrivere un messaggio per Betty?”.
“Certo, lo vedrà appena entra nella tua cameretta. Che cosa scriviamo?”.
“Cara Betty, gioca con me. Mal di gola, non tornare”.
“Mi sembra un bel messaggio”. Mamma prende le lettere di legno, le gira e le rigira e scrive:
CARA BETTY, GIOCA CON ME. MAL DI GOLA, NON TORNARE.
Il mal di gola non è tornato e Viola ha iniziato a giocare con le lettere di legno. Ha un’altra magia da imparare: come si compongono le parole
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