Abaco gioco didattico
Dire abaco vuole dire nominare un pezzo di storia. Prima di essere un gioco didattico per bambini, l’abaco, infatti, è stato un antico strumento matematico per fare i calcoli. Dopo aver visto l’abaco di legno in vendita nel catalogo Dida, molti genitori si sono incuriositi in merito a questo intramontabile “contanumeri” e ci hanno chiesto qualche notizia in più.
Proviamo a rispondere. Pare che diversi modelli di abaci fossero conosciuti e usati in Cina, presso i Babilonesi, tra gli antichi Greci e Romani. C’erano diverse forme di abaco: a volte era una tavoletta con scanalature o fessure, sopra i quali si facevano scorrere dei sassolini. Nella forma più vicina a quella che conosciamo noi, l’abaco era formato da una struttura ad asticelle, dentro le quali si facevano scorrere degli anelli.
Abaco: imparare a contare
Il comune abaco o pallottoliere si usa, oggi, prima di tutto per imparare a contare.
L’abaco per adulti, nella sua forma antica, era uno strumento matematico che permetteva di fare operazioni complesse. In base alla posizione assunta dai dischi sulle diverse asticelle, infatti, si potevano rappresentare unità, decine, centinaia e così via. L’abaco, insomma, era uno strumento di calcolo che permetteva di visualizzare operazioni aritmetiche che noi oggi facciamo su carta – le operazioni “in colonna” che si imparano nella scuola primaria -.
Che uno strumento matematico antico sia diventato, oggi, un gioco didattico per bambini non sorprende. Non sono pochi gli studiosi che guardano alla storia della civiltà umana e le vedono parallelismi con lo sviluppo evolutivo dell’uomo, dall’infanzia all’età matura.
Abaco: dagli adulti ai bambini
Il passaggio dall’abaco per adulti all’abaco per bambini è abbastanza semplice.
Molte nozioni matematiche richiedono un certo grado di astrazione. Grazie al gioco di posizione e al colore dei diversi anelli, l’abaco traduce in oggetti che si vedono e che si toccano, elementi più difficili da considerare nel loro insieme. Per fare operazioni con numeri a due o più cifre, infatti, non solo dobbiamo aver compreso il valore di unità e decine ma dobbiamo tenere a mente un metodo per condurre le operazioni senza confonderci.
L’abaco per bambini è composto da asticelle orizzontali, in numero variabile, e da gruppi di 10 anelli colorati da infilare nelle asticelle.
Tra i giochi didattico matematici, spesso si trova una struttura simile all’abaco, il pallottoliere, che ha un telaio fisso di aste, orizzontali, presso le quali scivolano, da destra a sinistra, le dieci palline.
Utilizzo dell’abaco
L’uso che possiamo proporre dell’abaco ai bambini varia a seconda dell’età.
Nelle abitudini comuni che abbiamo riscontrato, abaci e pallottollieri vengono proposti a bambini anche piccoli, di 2, 3 e 4 anni. In questo caso, l’abaco servirà a far prendere confidenza il bambino con la nozione di numero e quantità e lo aiuterà a contare. Se usano un pallottolliere, spostando le palline da un lato all’altro, i bambini saranno facilitati nel conteggio.
Se usano l’abaco verticale, il primo esperimento del bambino sarà analogo a quello che possono fare con un gioco a incastro o puzzle di legno, cioè imparare a coordinare mano e occhi e a inserire l’anello sull’asta.
Quando avranno acquisito una maggiore motricità fine, i bambini potranno usare l’abaco per contare: aggiungi un anello giallo a quello che hai già messo, quanti sono?
Confronta le due file di anelli: quanti anelli rossi, quanti gialli? Qual è la fila più lunga?
Il confronto tra le asticelle riempite di anelli ha una certa somiglianza con le aste montessoriane. Anche in quel caso, le aste venivano usate, nella prima infanzia, per giochi semplici su dimensioni e lunghezze, e con i bambini più grandi diventavano uno strumento per esercizi di aritmetica.
Via via che il bambino cresce, l’abaco può essere usato per giochi didattico matematici sempre più complessi.
Le operazioni in colonna, con decine e unità, che si provano nel corso della scuola primaria, si possono svolgere con ottimi risultati sull’abaco. In una colonna si metteranno le decine; in un’altra le unità. Si conteranno gli anelli e si riporteranno su un foglio; colore e posizione permetteranno al bambino di non confondere decine e unità.
L’abaco e il metodo Montessori
La stessa Maria Montessori usava un metodo simile: li chiama “telai dei rapporti decimali” e si trattava proprio di pallottolieri.
La Montessori realizzava, per insegnare la matematica nelle “Case dei bambini” molti strumenti che, come l’abaco, inducono il bambino a contare per mezzo di oggetti concreti: sono le “file di perle” per apprendere la scala numerica in base 10 e ancora la tavola pitagorica montessoriana.
Il principio che sta alla base dell’abaco e del metodo Montessori per apprendere la matematica, dunque, ha molti aspetti in comune: prima di passare alle operazioni sul quaderno, il bambino fa un’esperienza con materiali che rendono più chiaro il concetto e più facile l’operazione di calcolo.